Come è noto con la data del 31 Marzo 2021 cesserà il divieto di licenziamento sia individuale che collettivo.
Il provvedimento reiterato dopo una prima scadenza prevista al 31 Dicembre 2020, mitigato con la apertura della cassa integrazione guadagni, è sicuramente eccezionale e gravoso per le imprese risultando comunque un rimedio utile e necessario per affrontare le problematiche del lavoro nella emergenza COVID 19.
Il timore che si appalesa è che si apra, a breve, una stagione di licenziamenti che riguarderà forse centinaia di migliaia di lavoratori.
Una apocalisse!!!
E’ necessario intervenire rapidamente con provvedimenti di più ampio respiro non limitati ed un welfare personale e collettivo.
La Naspi non può essere un rimedio, la cassa integrazione neanche.
Crediamo che sia necessario prevedere un forte aiuto alle imprese che non licenzieranno.
Il licenziamento oltre al danno per il lavoratore comporta un onere generale per la Naspi e potrebbe non essere di grande aiuto neanche per le imprese che vorranno risultare competitive nella ripresa economica che tutti auspichiamo.
Vi è un costo del TFR che graverà sulle imprese in tempi brevi.
Dovrà poi essere pagato il ticket di ingresso in Naspi e tutte le somme dovute al lavoratore per fine rapporto (ferie, permessi, ratei etc.)
L’impresa dovrà affrontare probabilmente una crisi di liquidità e non avrà i soldi per investire.
Sono già stati previsti sgravi contributivi per le nuove assunzioni anche se molti nuovi ingressi a breve non ce ne saranno.
Gli stessi sgravi potrebbero essere concessi alle imprese che non licenziano, per giustificato motivo oggettivo, con previsione percentuale scaglionata in relazione al numero dei dipendenti.
Con il costo della sola NASPI risparmiata si potranno concedere sgravi contributivi per 2 anni.
E poi è necessario investire in ricerca e formazione.
La formazione professionale deve fare una svolta di qualità.
Non più formazione che interessa più i docenti che i lavoratori ma una formazione moderna, specializzata, efficace che guardi al futuro e alle nuove opportunità di lavoro.
Il sindacato dovrà svolgere un ruolo importante di spinta propositiva coinvolgendo il Governo, il Parlamento e le Amministrazioni locali.
Giuliano Pennisi
Avvocato Lavorista
già docente di Diritto del Lavoro
presso l’Università di Genova
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